Racconto Di Gian Carlo Bortolotto
Scritto Per La Rivista Ragazzi A Pesca
S.F. Circeo Edizione 2008

Ricciole Al Circeo

"Invidia" Uno dei sette vizi capitali,ma per i soci del Circeo Fishing Club e pescatori sportivi del porto di
San Felice Circeo,sono io o,piu' precisamente la mia barca,il gozzo di Gian Carlo Bortolotto.E' ancora buio,
mi sono attardato piu' del solito per cercare di catturare e portare a bordo qualche altro calamaro da in-
nescare quando vedo il mio amico Renato che,provetto trainista,dalla sua barca mi fa cenno che e' ora di
iniziare la battuta di traina per non perdere l'attimo del primo chiarore,momento magico per chi ha speran-
za di qualche bella ferrata.L'aria e' pungente,ma quasi non l'avverto mentre afferro una delle mie canne,
la prima che mi viene sottomano una "Baltimora 2" dell'ItalCanna 6/12 lb.,dotata di un mulinello Shimano 
25 TLD con in bobina un multifibra da 35 lb. e terminale in fluorocarbon della seaguar da 0,62.Con cura
innesco un calamaro di circa 700 gr pensando che anche sulla griglia avrebbe di sicuro fatto una bella figu-
ra,ma per chi e' amante della traina,perdere un boccone del genere nella speranza di ferrare qualche cosa
di decente,fa parte del gioco.Con questi pensieri,mentre mi trova ai margini della secca su un fondale di 
circa 47 mt,mandando giu' l'esca.Alzo gli occhi un attimo per ammirare il primo chiarore mentre il multifi-
bra scivola via dalla bobina finche' non blocco il rocchetto e regolo la frizione.Vorrei poggiare la canna
per sistemare meglio vicino a me gli attrezzi quando,incredulo,sento uno strattone violento quasi che il ma-
re in quel momento volesse portarmi via la canna dalle mani.Ho ferrato ma altri strattoni violenti mi fanno
intendere che un pesce di discreta taglia  e' pronto a dare filo da torcere alla mia "Baltimora".Con appren-
sione ascolto il cicalio del mulinello ringraziando,in mente mia,quei pochi preziosi minuti passati per per
la sua pulizia e lubrificazione mentre vedo che il pesce,in pochi istanti,si e' preso una enorme quantita'
di multifibra e che,dalla direzione,intuisco che la preda ha preso il largo allontanandosi dalla secca diri-
gendosi su una zona sabbiosa.Mi tranquillizzo un po' cosi' non ci sono possibilita' che strofinando su qual-
che sperone roccioso la lenza potesse logorarsi e spezzarsi.Timono la barca in quella direzione accom-
pagnando cosi la fuga del pesce e recupero quanta piu' lenza mi e' possibile.Non riesco a pensare a nulla
vedo solo il flettersi continuo e violento della canna quasi quasi rimpiango di non averne utilizzata una di
libraggio maggiore ma oramai sono in gioco e devo continuare.
 E' passata quasi un'ora di fughe del pesce allamato e continui recuperi,ho la fronte imperlata di sudore e le braccia incominciano ad indolenzirsi
 quando,con un certo timore,mi accorgo che la preda ha ripreso la direzione della seccha,forse consapevole che,sugli scogli avrebbe avuto piu' pro-
 babilita' di liberarsi.Mio margrado,sono costretto ad accompagnare la fuga e mi ritrovo dove vuole lei.In un istante decido "o la va o la spacca",
 forzo il recupero! Dopo circa venti minuti,oramai a giorno fatto,ad una profondita di circa una quindicina di metri,realizzo con il cuore che mi
 martella in petto,che in canna ho non una discreta preda bensi' uno splendido esemplare di ricciola.Il ronzio che ho nelle orecchie a stento mi fa'
 sentire le incitazioni del mio amico Renato che,accortosi di quanto sta' avvenendo,si e' alquanto avvicinato.Ancora dieci minuti di trepidante com-
 battimento e finalmente riesco a portare a tiro di raffio la Riccila con la "R" maiuscola e con un ultimo sforzo,la isso a bordo.Mi siedo un attimo
 per recuperare il fiato,mentre guardo il bell'esemplare che dibattendosi sembra quasi che mi fissi con i suoi occhi,incredulo per essersi fatto cat-
 turare e che,dibattendosi con violenza sembra voglia protestare e riguadagnare la sua liberta'.Sulla strada del ritorno,incrocio il mio amico ponzese
 Nestore il quale mi fa cenno di accostare perche' vuole chiedermi se la giornata e' promettente gia' accostandosi nota l'espressione del mio volto e
 volge lo sguardo verso prua,ove distesa nella sua maestosa lunghezza e' poggiata la Ricciola.Caro Nestore non potro' piu' scordare l'espressione del
 tuo volto ti sei agitato quasi quanto ero agitato io.Hai preso la macchina fotografica che porti sempre con te per immortalare momenti da rivivere e
 hai cominciato a girare intorno alla mia barca scattando numerose foto.Quando mi hai chiesto di sollevare la preda catturata,per il suo peso l'ho fatto
 con un po' di fatica e sembra che l'ho stretta a me,quasi in un affettuoso abbraccio per paura che nono entrasse nella foto.In essa il nome della barca
 sembra voglia sottolineare l'evento.Attraccato all'ormeggio,gli amici che in quel momento si trovavano in porto sono subito accorsi per partecipare alla
 cattura.Gli stessi mi danno una mano per scaricare il bell'esemplare di ricciola e portarlo sulla bilancia della Cooperativa Pescatori di San Felice
 Circeo dove l'agho si e' fermato a Kg 53,150.Negli occhi di quanti hanno visto la preda catturata o che la vedono,da me abbracciata nella foto,colgo 
 quel pizzico di invidia che prende un po' tutti alla vista dell'altrui soddisfazione.Auguro di vero cuore a tutti gli amici di vedere loro,nei miei occhi,
 quel pizzico di invidia alla vista delle loro catture.